GAINSBOURG (Vie héroïque), DI JOAN SFAR: RITRATTO ANTICONVENZIONALE DI UNA VOCE FUORI DAL CORO
Un artista provocatore e irriverente, che ama sfidare le convenzioni del suo tempo, ma che rivela tutto il tormento di un’anima poetica: è questo il ritratto di Gainsbourg realizzato da Joan Sfar.
È difficile inquadrare questo film in una rigida classificazione e sarebbe riduttivo definirlo una semplice biografia. Scritto e diretto dal fumettista Joann Sfar, Gainsbourg (Vie héroïque) ha decisamente qualcosa in più.
Il film racconta la vita di Lucien- in arte Serge- Gainsbourg, uno degli artisti francesi più eccentrici e poliedrici del secolo scorso. Musicista, pittore, cantautore, poeta e regista, è noto in tutto il mondo soprattutto per la celebre Je t’aime, moi non plus e per la sua fama di seduttore, in grado di ammaliare icone di sensualità e bellezza del calibro di Brigitte Bardot e Jane Birkin.
Joan Sfar ripercorre le tappe salienti della vita e della carriera dell’artista: l’infanzia nella Parigi degli anni dell’occupazione nazista, lo studio del pianoforte sotto la rigida guida del padre, l’avvio alla carriera da pittore, abbandonata poi per quella da musicista e cantautore, e infine gli anni della maturità e del successo, ricchi di scandali e trasgressione.
Nel cast, troviamo uno straordinario Eric Elmosnino, nel ruolo del protagonista: la somiglianza con il cantautore è incredibile, al punto che, soprattutto nelle scene che riguardano l’età adulta, si ha l’impressione di avere davanti agli occhi la vera e propria reincarnazione di Gainsbourg. Inoltre, è la voce di Elmosnino quella che interpreta i brani che ascoltiamo nel film- ad eccezione di Je t’aime, moi non plus, presentata invece nella versione originale- e, per quanto la sua voce non assomigli particolarmente a quella di Gainsbourg, la sua espressività è disarmante. Splendide anche le figure di Brigitte Bardot e di Jane Birkin, interpretate rispettivamente da una meravigliosa e somigliante Laetitia Casta e da Lucy Gordon, attrice inglese che si è tolta la vita proprio durante la fase di post-produzione e a cui il film è stato poi dedicato.
Gainsbourg (Vie héroïque) trae spunto dalla graphic novel sulla vita dell’artista, realizzata dallo stesso Joan Sfar, il quale sembra aver trattato la pellicola proprio come ha fatto con le sue tavole da disegno. Questo è evidente in alcune scelte tecniche e contenutistiche: ad esempio, pur seguendo un ordine crologicamente lineare, racconta la biografia di Gainsbourg attraverso il susseguirsi di singoli aneddoti, spesso non legati tra loro da una logica sequenza narrativa, quasi come una catena di episodi a sé stanti. Fin dall’inizio, inoltre, veniamo totalmente immersi in scene che rasentano il paradosso e il surreale, ma che nel complesso non stonano affatto con l’andamento e il tono generale del film.
Anzi, già dalla bellissima sigla animata iniziale, è chiaro che si tratterà di un’opera a tratti fantasiosa e visionaria. E in questo senso, uno degli elementi più originali e stravaganti è la figura di La Gueule, l’alter ego di Gainsbourg, che lo accompagna fin da bambino in ogni suo gesto: dapprima, assume le sembianze di una grossa faccia a cui sono attaccate gambe e braccia di piccole dimensioni, in seguito quelle di un uomo elegante, molto alto e magro, con naso, orecchie e dita esageratamente grandi. Ed è proprio La Gueule che ci permette di conoscere meglio il protagonista e i suoi conflitti interiori, di andare oltre le apparenze e di capire che dietro la maschera di Serge, artista provocatore e irriverente, si nasconde Lucien, un uomo insicuro e fragile, che cerca l’approvazione e la fama più di quanto lasci a vedere.
Lo scopo di Sfar, però, non è dipingere un ritratto fedele alla realtà, come lui stesso sottolinea nella frase che compare alla fine del film- “non mi interessano le verità di Gainsbourg, ma le sue menzogne” – e, anzi, fa in modo che anche lo spettatore smetta di chiedersi quanto ci sia di vero in ciò che sta vedendo e quanto invece sia solo frutto di fantasia. E non c’è biasimo, né idealizzazione nello sguardo di Sfar, il cui intento quindi è solo quello di rendere omaggio a un artista che ha fatto della sua stessa vita un’opera d’arte, ricca di eccessi, contraddizioni, luci ed ombre. Un artista che ha espresso liberamente sé stesso senza lasciarsi ingabbiare dalle regole e dalle convenzioni imposte dalla società e che, al contrario, ha sempre cercato il modo di sovvertirle e di andare oltre i propri stessi limiti. Del resto, come lui stesso ha detto una volta, conosceva bene i suoi limiti proprio perché li oltrepassava.
Che si ami o meno la genialità di Serge Gainsbourg, è inevitabile rimanere affascinati e incuriositi dall’immagine di lui che emerge dal film e da questo ritratto così anticonvenzionale, che forse è l’unico modo per dipingere un artista altrettanto anticonvenzionale.
Angela Molinaro
SCHEDA TECNICA:
TITOLO: Gainsbourg (Vie héroïque)
REGISTA E SCENEGGIATORE: Joan Sfar
INTERPRETI PRINCIPALI: Eric Elmosnino, Laetitia Casta, Lucy Gordon, Doug Jones, Anna Mouglalis
MUSICHE: Serge Gainsbourg e Olivier Daviaud
PAESE DI PRODUZIONE: Francia e Regno Unito
ANNO: 2010
MOMENTO MEMORABILE DEL FILM:
Serge, in uno studio di registrazione in Giamaica, registra Aux armes et cætera, una rivisitazione reggae de La Marsigliese. Potete trovarla a questo link
Altri film di Joan Sfar recensiti sulla nostra rubrica: Le Chat du Rabbin