Diario dal Far East Film Festival – 7° giorno – 27 aprile 2017
Diario dal Far East Film Festival
7° giorno – 27 aprile 2017
Si è dimostrata interessante anche la settima giornata del FEFF, anch’essa ricca di artisti. In mattinata i film più seguiti sono stati alle 11.25 “Duckweed”, un time-warp nostalgic drama di origine cinese, diretto da Han Han. La pellicola tratta di un viaggio temporale avvenuto per caso. Il protagonista si ritrova catapultato nel passato, avendo così la possibilità di conoscere sua madre. La storia però non procederà così facilmente, e l’avventura sarà accattivante. Pellicola adatta agli amanti di “Ritorno al Futuro” di Robert Zemeckis.
In seguito, alle 13.20, c’è stata l’anteprima italiana di un altro documentario, “Old Days” di Han Sun-hee, che tratta della realizzazione di uno dei film che negli ultimi anni ha presentato il nuovo cinema coreano al mondo, il secondo capitolo della trilogia della vendetta, “Oldboy” di Park Chan-wook. In serata, invece, grande attesa per l’opera “Mad world” di Wong Chun, con protagonista Eric Tsang, che prima della proiezione ha ricevuto sul palco il premio Golden Mulberry Award for Lifetime Achievement 2017, rilasciato dal FEFF, come successo qualche giorno prima per Feng Xiaogang. La pellicola si presenta subito bene, con un accento molto marcato su quella che è la vita segnata dalla malattia mentale, di chi ne soffre, e di chi invece deve occuparsene, insegnandoci forse, che non sempre le persone che soffrono di queste malattie siano le uniche “fuori di testa”.
Infine, alle 21.50, si è proiettato un horror taiwanese, ricco di schizzi di sangue e violenza, accompagnato da una vena comica, “Mon Mon Mon Monsters” di Giddens Ko. Ultima pellicola della giornata, a mezzanotte, un thriller psicologico che si svolge in una casa che di normale e tranquillo ha proprio poco. “House of the Disappeared” di Lim Dae-woong (Corea del Sud), adatto a chi ama i film di questo genere!
Pierluigi Gugliotta
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