Test (Ispytanie) di Aleksandr Kott: Silenzio! Ora parla la natura
Il regista russo Aleksandr Kott immerge silenziosamente lo spettatore nella selvaggia steppa sovietica del Kazakistan, teatro di un triangolo amoroso, in cui la natura si erge a vera protagonista del lungometraggio.
(Il film ha aperto la rassegna sul cinema russo contemporaneo I Dispersi Verso Est presso il Cineporto di Bari, organizzata dall’associazione La Scatola Blu e dall’Apulia Film Commission).
Fine degli anni ’40. Da qualche parte nel Semej, odierno Kazakistan Orientale. Tolgat, pastore kazako, sonnecchia sul retro del suo furgone. Ad aspettarlo a casa la bellissima e magnetica figlia Dina che, molto presto, sarà oggetto di un’ardente contesa tra lo spavaldo Kaisyn, giovane locale dai tratti tipici orientali, e il romantico Max, ragazzo caucasico trovatosi per caso in quella landa desolata.
La pellicola di Kott è annoverabile al genere documentaristico, per la poetica fotografia adattata allo schermo da parte di Levan Kapanadze: il paesaggio regalato dalla steppa facilita il compito, ma l’indiscussa sensibilità nell’uso del colore e la coerenza visiva delle immagini rendono Kapanadze un vero interprete della luce. Tuttavia, il film si contraddistingue anche per una densa tensione drammatica, resa ineccepibile dalle capacità mimiche e prossemiche degli attori. Difatti, durante l’intera proiezione i personaggi non proferiscono parola, ma trasmettono al pubblico tutta la loro emotività servendosi della comunicazione non verbale.
La scelta di adottare la tecnica del muto da parte del regista non è per nulla scontata. L’obiettivo di Kott non è quello di raccontare una storia d’amore tra un’affascinante ragazza e due contendenti. In realtà, questa narrazione funge da cornice alla vera protagonista dell’opera: la natura. In quelle terre, essa detta i ritmi pacati della vita umana, animale e vegetale per mezzo dell’alternarsi delle luci e dell’ombra, dei temporali scroscianti e delle giornate tanto assolate da inaridire il terreno.
La natura è la vera forza vitale del pianeta. Questo è ciò che Aleksandr Kott è intenzionato a trasmettere. Tuttavia, approfitta della sua pellicola per denunciare la violenza mediante la quale l’uomo crede di elevarsi a unico detentore del mondo vivente. Non a caso, le scene sono state girate nel territorio del Semipalatinsk (ex Unione Sovietica, oggi Kazakistan) nel quale, nel 1949, agli inizi della guerra fredda, Joseph Stalin diede il consenso di compiere test nucleari, senza preoccuparsi della presenza di etnie locali. Le immagini finali mostrano proprio quel tipo di meschinità umana che dà per assodata la volontà della natura di perdonare l’uomo ripartendo da zero. Il vero potere del film freme in quest’ultimo punto: e se un giorno la natura non avesse più voglia di ricominciare?
Questo capolavoro del cinema russo si è guadagnato ben quattro premi: miglior contributo artistico al Tokyo Interntional Film Festival 2014, miglior regia internazionale e miglior film al Pune International Film Festival 2015 e il premio speciale come miglior regia al Cottbus Film Festival 2014. Aleksandr Kott era già noto alle cronache cinefile per il pluripremiato Fortress of War (Brestskaya krepost), Insayt e per una serie di film prodotti per la TV. Inoltre, si è servito di attori esordienti dotati di un talento innato, in particolare l’attrice Elena An che ha dato vita al personaggio di Dina, e Danila Rassomakhin che ha interpretato Max.
Test (Ispytanie) è un’opera intensa, struggente, seducente, in grado di ammaliare lo spettatore per la sua loquacità anche in assenza di parole.
SCHEDA TECNICA:
TITOLO: Test (Ispytanie)
REGISTA: Alexander Kott
SCENEGGIATORE: Alexander Kott
INTERPRETI PRINCIPALI: Elena An, Danila Rassomakhin, Karim Pakachakov, Narinman Bekbulatov-Areshev
FOTOGRAFIA: Levan Kapanadze
PRODUZIONE: Igor Tolstunov, Sergey Kozlov
PAESE DI PRODUZIONE: Russia
ANNO: 2014