Notes on blindness: un’intima e delicata riflessione sulla cecità
Notes on blindness (appunti sulla cecità) è un film davvero straordinario che si colloca a metà tra il documentario e il film di finzione.
Racconta la storia del teologo – scrittore e accademico – John Hull, che nei primi anni del 1980 perse totalmente la vista e cominciò a tenere un diario su audiocassetta in cui raccontava i suoi progressi.
“Mi interessa capire la cecità, ricercare il suo significato, conservare la pienezza della mia umanità”.
Notes on blindness è una piccola opera d’arte di 90 minuti: i dialoghi sono tratti dagli audio originali e dalle interviste del teologo con la moglie Marilyn. Gli attori, infatti, recitano in playback, pronunciando le medesime parole dei protagonisti, sincronizzati con le voci registrate.
Lo spettatore, così, ha letteralmente modo di camminare al fianco del protagonista e di accompagnarlo per molti anni, in una delle prove più difficili della vita.
La fedeltà del film alle parole di Hull innesca riflessioni profonde e rende tangibili le sue paure, le frustrazioni e la crescente consapevolezza di un senso di impotenza (sopratutto nel non poter vedere crescere sua figlia e, ancora peggio, nel non conoscere il volto del secondogenito nato già dopo l’insorgere della cecità).
Una perdita profonda, tremenda è quella dei libri: da accademico, non poter accedere ai libri è logorante. Da qui, l’escamotage: far registrare i libri a persone che leggessero per lui, in modo che Hull potesse “leggerli” ascoltandoli.
“La verità è che – sebbene in qualche modo fosse davvero devastante – mi piaceva. Ero completamente occupato. Fu solo quando quell’ultima e flebile sensazione luminosa lentamente scomparve del tutto, che il mio umore cambiò”
Una mattina di Natale il senso di esilio dal mondo brucia più di qualsiasi altra cosa.
È dilagante.
Distruttivo.
Il teologo riferisce di percepire che la parte di cervello che elabora gli stimoli visivi sta morendo di fame, sta morendo.
Tuttavia, è proprio quando tutto sempre ormai perso, annichilito, che la bellezza giunge inaspettata.
John un giorno si alza e realizza come il suono della pioggia sugli alberi, sui tetti, sui giardini e su tutto ciò che lo circonda ripristini il suo senso dell’orientamento, plasmando il suo mondo nel suono e consentendogli di “vedere”.
Nel corso del film (e degli anni che trascorrono per Hull), cresce sempre più la determinazione nel cogliere i dettagli della sua disabilità come un’opportunità, invece che come una battuta d’arresto.
In mancanza di senso, tutto acquista valore inestimabile e grazie ad una persona che spieghi cosa comporti la perdita della vista, molti altri sono in grado di apprezzare e ponderare pienamente cosa significhi vedere.
Un viaggio di ritorno alla gioia.
Un film che è un climax ascendente glorioso, quasi salvifico.
Il film, pluripremiato ai BAFTA 2017 (miglior esordiente britannico, miglior documentario e miglior film britannico), è ricco di sfocature, blackout, whiteout, e dell’utilizzo della frammentazione caleidoscopica quando il teologo descrive come i ricordi visivi lentamente svaniscano.
Devastante, bello e rassicurante.
Notes on blindness è un film commovente e stimolante.
Avevo detto a me stesso che avrei imparato a vivere da cieco, ma che non l’avrei mai accettato. Ora scopro che nel mio cervello si è prodotto uno strano mutamento.
È come se ora, essendomi negati stimoli dal mondo esterno, la faccenda si sia spostata all’interno, per trovare risorse nascoste.
Occasionalmente, tornando a casa la sera, mi sembra che quasi la testa esploda per nuove idee e orizzonti.
Mi ritrovo a connettermi di più, a ricordare di più, creando più collegamenti nella mente tra le varie cose che ho imparato e letto della vita.
Adesso mi sento più definito, più eccitato, più avventuroso, intellettualmente più fiducioso di quanto mi sia mai sentito in vita mia.
C’è qualcosa di totalmente purificante nella cecità, che se ne esce distrutti o rinnovati.
La tua mente si sgombra.
I tuoi ricordi passati, la tua percezione del tempo, trovano il proprio posto.
Il mondo stesso!
È necessario ricreare la propria vita.
Scheda tecnica
Titolo originale: Notes on Blindness
Regia: Peter Middleton, James Spinney
Sceneggiatura: Peter Middleton, James Spinney
Cast: John M. Hull, se stesso (voce), Marilyn Hull, se stessa (voce)
Resto del cast in ordine alfabetico: Miranda Beinart-Smith (Imogen), Jamie Bradley (Toni), Eileen Davies (Madge Hull), Simone Kirby(Marilyn Hull), Mahalia Martin-Jones (Lizzie), Dan Renton Skinner (John Hull), Sidney Warbrick (Thomas), Stanley Warbrick (Thomas), Lorelei Winterfrost (giovane Imogen Hull)
Musiche: James Ewers, Noah Wood
Fotografia: Gerry Floyd
Montaggio: Julian Quantrill
Anno: 2016
Paese: Gran Bretagna
Durata: 90 minuti