Nocturna, di Adrià García e Víctor Maldonado: Animazione in equilibrio tra luce e ombra
La notte è da sempre il momento in cui l’uomo abbandona la realtà per immaginarne un’altra o addirittura, come spesso accade, per rivivere la propria vita e migliorarla. Questo avviene grazie alla magia primitiva del sonno. Durante la notte, quando siamo avvolti nel buio e nel silenzio, la nostra mente vaga verso orizzonti inesplorati, in cui è possibile vivere storie assurde e affascinanti. Ma dove è tracciato il confine tra sogno e realtà? Nella mente di un bambino è possibile ammettere l’esistenza di una delimitazione tra questi due mondi?
I registi spagnoli Victor Maldonado e Adrian Garcia si accostano con delicatezza a questo tema, scrivendo e dirigendo questa fiaba dark dal titolo Nocturna. La trama racconta di Tim, bambino solitario e introverso, che vive in un orfanotrofio e ha una tremenda paura del buio. Durante il giorno i bambini dell’istituto giocano insieme nel cortile, mentre Tim trascorre il suo tempo sul tetto a disegnare le stelle. Il bagliore notturno delle stelle è l’unica ancora di salvezza del bambino, nell’altrimenti terrificante oceano notturno dell’immenso orfanotrofio. Gli astri lassù proteggono i bambini dall’oscurità e la stella personale di Tim è Adhara. Quando una sera il bambino scopre che le luci nel cielo si stanno spegnendo, viene catapultato nel mondo della notte, nel mondo delle sue paure: il mondo di Nocturna.
Produzione francese e spagnola, Nocturna è uscito nel 2007 in Francia ed è stato anche presentato, fuori concorso, al Festival del Cinema di Venezia di quell’anno. L’animazione utilizzata è la tradizionale tecnica in 2D, con un leggero tocco di computer grafica che serve a rendere una maggiore gamma di colori e tonalità. La storia e la lavorazione del film sono un chiaro riferimento al mondo gotico di Tim Burton e alla componente fantastica di film come La Città Incantata di Hayao Miyazaki. Nelle tavole di Nocturna c’è una grande luna burtoniana che giganteggia nell’oscurità e, contemporaneamente, uno stile ispirato a quello dell’universo Miyazaki, sia nei colori dei paesaggi che nella realizzazione delle bizzarre creature che popolano la notte. Il film è carico di poesia nelle immagini di un mondo fatto di tenebra, dove le poche luci rimaste costituiscono rara bellezza per gli occhi.
Nel suo lungo viaggio Tim sarà accompagnato dal Pastore dei gatti, coi suoi fedeli felini, guardiani del sonno dei bambini. Insieme al Pastore, il bambino scoprirà gli abitanti della notte – tutti sconvolti e sorpresi dal vederlo sveglio e cosciente del loro mondo – e la sua organizzazione. Il capo è il signor Moka, il suo aiutante Pipì, che fa bagnare i letti dei bambini, e poi ci sono le scompigliatrici, che arruffano i capelli durante il sonno. Tim osserverà estasiato il sussurratore e la sua orchestra di suoni notturni e lo splendore magnifico della stella polare. Il percorso porterà il bambino a scoprire che il suo ingresso in quel mondo è la causa della costante scomparsa della luce, minacciata da un’ombra enorme e affamata: l’equilibrio tra luce e ombra, quindi tra bene e male, rischia di essere compromesso. Il bambino dovrà farsi forza e provare a combattere la sua paura nei confronti delle tenebre inesplorate e minacciose, salvando quindi il mondo e se stesso.
Il mondo della notte si rivela nuovo e inaspettato per Tim, un universo che pullula di vita, ma soprattutto di luce. La vera protagonista del film è infatti la luminosità. Nel buio di Nocturna non c’è vita senza la luce, concetto che rimanda alla filosofia cinese dello Yin e Yang che afferma sostanzialmente l’impossibilità reciproca, per luce e tenebra, di vivere una senza l’altra.
Francesco Grande