Most Beautiful Island di Ana Asensio: la discesa agli inferi di una New York sadica e delirante
Ana Asensio, regista e interprete, con Most Beautiful Island racconta la deriva del sogno americano, in una pellicola sospesa tra dramma, thriller psicologico e denuncia sociale, in cui le vite dei poveri diventano le pedine di uno spietato gioco da ricchi.
L’isola è Manhattan, la sua bellezza è la promessa destinata a infrangersi, la protagonista è Luciana, una donna spagnola immigrata a New York in fuga dalla colpa per un tragico incidente da cui non riesce ad affrancarsi.
L’incipit della pellicola, girata in 16 mm, delinea subito lo scenario che fa da sfondo a una vicenda dai contorni prima drammatici, poi claustrofobici. La camera segue e indugia sull’informe massa newyorkese, una città ingorda di vite che quelle vite poi getta nello spaesamento.
Luciana, sola e senza documenti, si barcamena tra lavoretti d’ogni genere per sopravvivere, ma nonostante gli sforzi, continua a restare ai margini di quel sogno americano.
“Sono così stanca delle possibilità” dichiara alla sua amica Olga (Natasha Romanova).
“Le possibilità è il perché siamo qui […] Tutto è possibile a New York”, le risponde Olga.
A questo punto il film cambia registro e assume i contorni del thriller.
A fare da spartiacque è la proposta allettante di Olga di guadagnare duemila dollari in una sola serata, semplicemente partecipando a un party, senza fare nulla che non vorrà fare.
Con un vestito elegante e tacchi alti, come in una simbolica discesa agli inferi, Luciana scende attraverso una botola e poi nel seminterrato di un ristorante cinese, dove l’attendono altre donne, immigrate e prive di identità come lei, vittime perfette di un gioco torbido e delirante.
Private di ogni dignità, dovranno attraversare una porta e assecondare la brama insaziabile di divertimento di sadici ricchi per cui quelle vite nude diventano le pedine del gioco.
La cifra che distingue questa pellicola da illustri precedenti come Hostel e Eyes Wide Shut, è nello sguardo lucido e di denuncia di chi quelle realtà sordide le ha conosciute in prima persona. Ispirato a fatti reali e parzialmente autobiografico, Most Beautiful Island fa dei tempi narrativi la sua forza stilistica. Soprattutto nella seconda parte, la camera intrappola i silenzi, gli sguardi lenti, le smorfie di terrore e li porge allo spettatore, già turbato dalle immagini dilatate delle blatte nella vasca da bagno, sotto forma di tensione emotiva insostenibile e perturbante. In una sovrapposizione di ruoli, in cui vittime e carnefici si confondono, chi guarda, dall’altra parte dello schermo, viene a sua volta trascinato nel gioco attraverso la costruzione di una fantasia estrema e sordida e nella morbosa attesa del disvelamento.
Un film che chiede e si chiede fino a che punto può arrivare il delirio e la ferocia e quanto siamo disposti ad accettare per sopravvivere.
Most Beautiful Island ha vinto il Gran Premio della Giuria al SXSW (South by Southwest) Film Festival 2017 e ha ricevuto una nomination per il Premio John Cassavetes all’Indipendent Spirit Awards 2018.
SCHEDA TECNICA
Titolo originale: Most Beautiful Island
Regia: Ana Asensio
Attori: Ana Asensio, Natasha Romanova, David Little, Nicholas Tucci, Larry Fessenden, Caprice Benedetti
Sceneggiatura: Ana Asensio
Musiche: Jeffery Alan Jones
Fotografia: Noah Greenberg
Produttori: Ana Asensio, Larry Fessenden, Noah Greenberg, Chadd Harbold, Jenn Wexler
Anno: 2017
Paese: USA
Durata: 87 minuti
Formato: 16 mm