Ladies and Gentlemen, Final Cut: Quando l’Incredibile Arte del Montaggio Raggiunge l’Estremo
Perché guardare un film quando puoi guardarne più di 400 contemporaneamente? Ecco cosa ci propone György Pálfi, regista ungherese, mostrandoci l’incredibile potenza dell’arte del montaggio unendo 451 pellicole in un solo film: Ladies and Gentlemen, Final Cut.
Un’idea geniale quanto folle che non delude durante la visione (non ci si stupisce infatti che ci siano voluti 3 anni per realizzare questa pazzia).
Il ritmo è fluido, scorre senza alcuna difficoltà nonostante durante ogni scena il volto dei nostri protagonisti assumi forma nuova, un continuo susseguirsi di effetti Kulešov lasciano lo spettatore incollato allo schermo in una corsa al “indovina il film”. Un’esperienza squisita per tutti i cinefili che apprezzeranno senza alcun dubbio le scelte delle pellicole (perfettamente studiate per l’occasione) conservando fino alla fine una piacevole sensazione di appagamento visivo.
Di cosa parla Ladies and Gentlemen, Final Cut? Bene, la trama, non atipica del cinema hollywoodiano, racconta una storia d’amore abbastanza generica intrecciata tra i più grandi capolavori del cinema di sempre: da Lynch a Fellini da Hitchcock a Woody Allen la storia prende vita scivolando tra modernità e ricercatezza in frame che durano pochi secondi e scorrono intelligentemente senza mai cadere in un potenziale errore di montaggio.
Un’operazione di rara magia che usa come ulteriore punto di forza anche le scelte musicali incastrate perfettamente per ricreare momenti di romanticismo, suspense e divertimento scollegandole da quella che era la propria funzione originale. ( Si raggiunge l’apice quando György attua un passaggio tra Wake Up dei Rage against the machine e la celebre colonna sonora del Titanic My Heart will go on , una scelta totalmente fuori dagli schemi che non può non lasciare il segno. )
Ed è proprio in questi attimi che si nota il prestigio del montaggio: il film disorienta lo spettatore, pedina di un gioco in cui le emozioni non fanno altro che cambiare il significato della scena, ormai catapultata in un contesto totalmente differente.
Inutile spiegare come la tecnica meticolosa e brillante del regista ungherese abbia reso questo film un capolavoro che racchiude 100 anni di cinema, regalando un’esperienza che si può vivere solo una volta.
Sasha Mannish
SCHEDA TECNICA
Titolo Originale: Final Cut: Hölgyeim és uraim
Regia: György Pálfi
Sceneggiatura: György Pálfi, Zsófia Ruttkay
Genere: Sperimentale, Sentimentale
Nazionalità: Ungheria
Anno: 2012
Durata: 84’ Minuti