Jacky nel reame delle donne di Riad Sattouf: Favola satirica per occhi contemporanei
FRUTTO DI UN LAVORO APPASSIONATO ED ORIGINALE, JACKY NEL REAME DELLE DONNE (2014), SECONDO LUNGOMETRAGGIO DI RIAD SATTOUF, CONDENSA ALL’INTERNO DI UNA COMMEDIA DISTOPICA TEMATICHE GEOPOLITICHE ATTUALI SOTTESE DA UNA FORMULA NARRATIVA SATIRICA E DA UN GUSTO ESTETICO FAVOLISTICO.
Comprendere l’essenza di “Jacky nel reame delle donne” di Riad Sattouf, richiede un grande sforzo di estraniamento da ciò che è l’arteria pulsante del film stesso; ciò avviene non per la necessità di decriptare il grande messaggio che si cela dietro, ma poiché il grottesco, l’umorismo e la satira sono strumenti che se utilizzati nei giusti dosaggi generano un potente cocktail capace di trasportare lo spettatore in una spirale di emozioni concatenate e pervasive.
Attraverso questa premessa è possibile capire che, concentrare tematiche epocali come: il radicalismo islamico, i “Gender studies” o i retaggi della tradizione “patriarcale” è una sfida enorme che “Jacky nel reame delle donne” assume su di sé, specie se si decide di narrare gli eventi in chiave comica. Chi se non Riad Sattouf, regista dalle origini franco – siriane e per di più dal recente passato come fumettista presso la rivista satirica “Charlie Hebdo”, poteva adempiere a tale compito?!
“Jacky nel reame delle donne”, è un’ opera ambientata in una realtà parallela, nella “fittizia” Repubblica Democratica Popolare di Bubunne, ovvero un regime totalitario di stampo “matriarcale” dove gli uomini sono obbligati ad indossare un lungo velo (rivisitazione del più noto “Chador” della tradizione islamica) e ad occuparsi delle mansioni domestiche, mentre le donne detengono il potere politico e militare.
Jacky è un vent’enne che sogna ossessivamente di sposare la figlia della “Generalessa” la quale organizzerà un ballo per trovare un marito per sua figlia (Charlotte Gainsbourg). Jacky tenterà in tutti i modi di partecipare al ballo, fronteggiando le sevizie perpetuate dai componenti della propria famiglia.
Quello che apparentemente può sembrare un mero esperimento sociale di inversione “polare” dei sessi, viene meno nel momento in cui si realizza che il nostro subconscio (abitudinario) giustifica lo scandalo visivo. Sono i retaggi storici della tradizione ,insiti nelle nostre memorie, che scateneranno il riso da parte di entrambi i sessi. Ma il processo di decostruzione che attua “Jacky nel reame delle donne” procede imputando persino il costume sociale e religioso; se infatti il ribaltamento (grottesco) dei ruoli sociali mette in risalto il ridicolo dei luoghi comuni dei diversi sessi, d’altra parte il fondamentalismo religioso viene prosciugato di qualsiasi sostanzialità poiché proiettato in un mondo che oramai non gli appartiene e perciò tramutato in una “buffonata”.
Per concludere possiamo sostenere che i rimandi letterari che Riad Sattouf utilizza nella sua opera sono molteplici, il che denota uno studio approfondito rivolto verso le opere classiche propedeutico all’ analisi dello scandalo contemporaneo. Salta subito agli occhi l’accostamento con “Cenerentola” per ciò che concerne il trattamento che il protagonista subisce da parte della zia e dai suoi cugini e per quanto riguarda l’impianto fiabesco, ma per lo più l’opera filmica guarda incessantemente all’opera magistrale di Orwell “1984” (1949) di cui assorbe l’estetica e le ambientazioni totalitarie. Gli osservatori più insaziabili potranno cogliere un dolce rimando all’opera “La fabbrica di cioccolato” (1964) di Roald Dahl per quel che riguarda la partecipazione al gran ballo.
SCHEDA TECNICA
Titolo originale: “Jacky au royaume des filles”
Regia: Riad Sattouf
Sceneggiatura: Riad Sattouf
Produzione: Pathé Frères
Cast: Vincent Lacoste, Charlotte Gainsbourg, Michel Hazanaviciu
Paese di produzione: Francia
Anno: 2014