Citizen Dog, di Wisit Sasanatieng: Innamorarsi a Bangkok
“Ehi Pod. Ricorda le parole di tua nonna. Quando troverai lavoro a Bangkok ti sveglierai una mattina e scoprirai che ti sta crescendo la coda”. Con queste parole dal significato incomprensibile si apre Citizen Dog, la fiaba surreale del regista thailandese Wisit Sasanatieng che racconta una bizzarra storia d’amore contornata da personaggi piuttosto stravaganti.
Al centro della pellicola di Citizen Dog c’è Pod, un ragazzo di campagna che, dopo aver ricordato il singolare ammonimento dell’anziana nonna citato all’inizio, si reca a Bangkok in cerca di fortuna. È qui che incontra Jin, una stralunata donna delle pulizie che non si separa mai da un libro di cui non comprende neanche il significato perché scritto in una lingua a lei sconosciuta. Pod si innamora subito della ragazza, unica persona in grado di non metterlo mai a disagio. Ma lei, dal canto suo, è troppo assorta dalle sue fantasie per poter ricambiare il giovane.
I due sono tanto diversi quanto complementari. Pod non ha uno vero e proprio scopo nella vita. Sembra quasi apatico e dà l’impressione di essere costantemente fuori posto. Se ciò non bastasse, in ogni occasione, anche la più banale, riesce sempre a fare la scelta sbagliata. Jin è invece un’utopista che rincorre i suoi sogni non badando alle critiche di chi la considera solo un’ingenua. In un mondo che illude e disillude, la ragazza cerca di trovare il suo obiettivo sempre e comunque per dare un senso alla propria vita. Accanto a loro, ci sono poi una serie di strani personaggi che intrecciano le loro storie con quella dei due ragazzi influenzandoli nelle loro scelte.
La storia di Citizen Dog e dei suoi variegati protagonisti ci offre una vera e propria esperienza che va al di là della razionalità. Nella sua assurdità il film riesce a darci comunque dei semplici ma efficaci insegnamenti come quello di prefissarsi sempre uno scopo e fare di tutto per raggiungerlo, ma anche di capire quando è il momento di smettere di cercare qualcosa perché, se ci è destinata, riuscirà a raggiungerci comunque. Allo stesso tempo, il film mostra anche quanto possa far male sopportare il crollo delle proprie illusioni e che impatto questo possa avere sulla nostra sensibilità.
A fare da sfondo all’intera storia c’è poi una Bangkok caotica e dai colori accesi dove il tempo scorre in modo diverso rispetto alla campagna e dove il bisogno di essere speciali assume un’importanza imprescindibile. Per certi versi questo film thailandese potrebbe essere paragonato ad un’altra fiaba surreale divenuta un cult nella storia del cinema. Ci riferiamo a Il Favoloso Mondo di Amélie di Jean-Pierre Jeunet del 2001 con cui la pellicola di Wisit Sasanatieng condivide, oltre che una storia fuori dagli schemi, anche un narratore che presenta i protagonisti del film in tutte le loro sfaccettature. Ma nel nostro caso quello che fa il regista thailandese è spingersi oltre, dando allo spettatore l’impressione che all’assurdo non possa mai esserci fine.
Valentina Palermo
Scheda tecnica
Titolo originale: Ma Nakhon
Regia: Wisit Sasanatieng
Sceneggiatura: Siriphan Techajindawong, Wisit Sasanatieng
Interpreti principali: Mahasamut Boonyaruk, Saengthong Gate-Uthong
Musiche: Wisit Sasanatieng, Mahasamut Boonyaruk, Modern Dog
Produzione: Thailandia
Anno: 2004