Angels of Revolution di Aleksej Fedorčenko: L’arrivo Imminente della Modernità. Si è Pronti o No?
Spesso ci saremo trovati a parlare di come la modernità e il progresso siano pian piano arrivati nelle nostre vite, e come la globalizzazione abbia reso difficile, ad alcune persone, l’adeguarsi alla vita contemporanea. Ma queste persone esattamente chi sono? Sicuramente coloro che vivono più isolati dalla realtà, popolazioni o gente poco a contatto con l’urbanizzazione e che una volta immersi nella quotidianità attuale, volenti o nolenti, non riescono ad abituarsi. Il problema si pone proprio quando si viene costretti ad accettare e a vivere in questo inarrestabile fenomeno, quando si viene obbligati, pur non avendo mai voluto. Un esempio a riguardo lo fornisce il regista Alekesej Fedorčenko, che col suo ultimo film Angels of Revolution, ci dà una panoramica di un tentativo da parte del governo sovietico di affiliare una popolazione di etnia diversa, precisamente gli Ostiachi.
(Angels of Revolution è l’ultimo film proiettato durante la rassegna sul cinema russo contemporaneo I Dispersi verso Est presso il Cineporto di Bari, organizzata dall’associazione La Scatola Blu e dall’Apulia Film Commission).
Girato nel 2014, candidato a quattro premi NIKA (riconoscimenti annuali dell’Accademia Russa delle Scienze e del Cinema), di cui ha vinto quello per i migliori costumi, l’opera di Fedorčenko tratta l’argomento in maniera assolutamente anticonvenzionale e spesso ironica. La trama ci mostra l’operato dei nostri protagonisti, ovvero questi “angeli della rivoluzione”, che vengono scelti per andare in viaggio in Siberia, e per convincere la popolazione degli Ostiachi a far parte del nuovo e potente governo sovietico. Curiosa scelta, quella del regista, di rappresentare questi “adepti”, rigorosamente come artisti, tutti di sesso maschile, tranne la leader che li guida, Polina, una donna legata ai famosi avvenimenti del 1917. Tutti hanno deciso di abbandonare le armi dopo la rivoluzione e di dedicarsi chi al cinema, chi al teatro, chi alla fotografia o alla scultura.
Il film procede quindi mostrandoci tramite flashback la vita di questi artisti, fino all’arrivo e al contatto con l’etnia prescelta. Ed è proprio quando il contatto arriva, che si capirà che forse c’è qualcosa di sbagliato in ciò che vogliono fare. Difficilmente gli Ostiachi vorranno adattarsi, fino a poi arrivare a situazioni per giunta critiche. Il regista cosa vuole comunicarci allora?
Innanzitutto che la costrizione non è mai positiva e funzionale. D’altronde abbandonare i proprio costumi, le proprie tradizioni e abitudini, a favore di altre che risultano sconosciute, è complicato per tutti, soprattutto quando riguarda religione, cibo, stile di vita e tutto ciò che ne deriva. I nostri protagonisti rappresentano dunque, l’avvento dell’era moderna, in una zona dove forse, essa non sarebbe dovuta mai arrivare.
Il simbolismo del film è tuttavia molto significativo. I nostri protagonisti vogliono colonizzare l’inesplorato non attraverso la forza, ma attraverso l’arte. Quest’ultima viene considerata quindi, come mezzo di comunicazione universale, capace di raggiungere l’emotività di chiunque. Forse però, questo tipo di arte non è l’ideale, in quanto fortemente al servizio non più dell’animo umano, ma piuttosto della propaganda sovietica. Simbolici sono anche i magnifici paesaggi che ci vengono mostrati, con una fotografia spettacolare, che stimola tutti i nostri sensi, e che ci immerge totalmente nella grandezza del sublime e vacuo paesaggio russo. Fedorčenko inoltre predilige camere fisse, come quasi a voler comunicare l’immanenza e la maestosità che spesso ci viene mostrata.
Una grande storia, che ci apre una finestra sul modo di agire dell’epoca sovietica, e i suoi tentativi di amalgamare a sé ideologie e costumi differenti. Come se non bastasse, il film è basato su eventi realmente accaduti. Una pellicola quindi decisamente da non perdere, sia per la parte tecnica, che per quella autoriale.
SCHEDA TECNICA
Titolo originale: Angely Revoljucii
Regia: Aleksej Fedorčenko
Sceneggiatura: Aleksej Fedorčenko, Oleg Loevskij, Denis Osokin
Interpreti principali: Daria Ekamasova, Oleg Jagodin, Konstantin Balakirev, Pavel Basov, Aleksei Solončev, Georgij Iobadze
Produzione: Aleksej Fedorčenko, Leonid Lebedev, Dmitrij Vorobëv
Origini: Russia 2014