Pérola di Murilo Benício: Se la Vita ti dà un Limone, Fanne una Caipirinha!
“Nomen omen”, un nome un destino, vale senza dubbio per Pérola, secondo lavoro da regista di Murilo Benício, nonché seconda trasposizione da lui curata di un’opera teatrale. Siamo di fronte a una perla splendida che parla a chiunque viva lontano da casa. Famiglia, sogni, amore e origini sono tra i temi maggiori della pellicola, a cui è spettato l’arduo compito di chiudere la 6a edizione del Bari Brasil Film Fest.
Appresa la notizia della morte di Pérola, il figlio Mauro decide di ritornare a Bauru (San Paolo, Brasile) per farle un ultimo saluto e rivedere la sua famiglia. La strada verso quella che un tempo chiamava casa lo costringe a fare un tuffo negli anni trascorsi, riportando a galla alcune fragilità e numerosi ricordi che necessitano di essere riscoperti.
Il viaggio intrapreso scandisce i tempi della pellicola e ogni sosta rappresenta il bisogno di Mauro di liberare ciò che ha dentro. La sua dimensione emotiva è raccontata da squisite scelte cromatiche che ricalcano il palleggio tra presente e passato sul quale il film è costruito. Dalle tinte fredde e desaturate dell’oggi si passa ai colori saturi e avvolgenti dei ricordi, cosicché il sottotono blu richiami subito l’introspezione e la malinconia legate al lutto, mentre quello giallo veicoli la gioia e la festosità andate. Attraverso i colori è svelato anche il rapporto di Mauro col passato: nel raccontarlo si ricorre alla compresenza insistente di verde e rosso, la cui complementarietà sottolinea il conflitto, in questo caso generazionale, vissuto in famiglia. I contrasti si accompagnano a momenti felici e sono rielaborati ed edulcorati dalla distanza nel tempo e nello spazio, rendendo nostalgico e a tratti sognante lo sguardo attraverso cui è filtrata la storia.
Con un’ispirazione non solo estetica, ma anche tematica a film precedenti come Tutto su mia madre (1999) e Gli abbracci spezzati (2009) di Almodóvar o J’ai tué ma mère di Dolan (2009), Pérola esplora materie quali la famiglia e i sogni. Queste si scontrano nel momento in cui le aspettative di un figlio per il proprio futuro non coincidono con quelle maturate dai genitori. La pressione che ne deriva, unitamente all’asfissia della vita di provincia, è causa di un conflitto che si mantiene lungamente irrisolto. A tutto ciò si aggiunge il topos dell’amore proibito, inserito simmetricamente nell’arco narrativo di Mauro e in quello di una delle sue zie. Nel primo caso si racconta di una relazione omosessuale e dell’iniziale difficoltà nel renderne partecipe la famiglia. Nel secondo è presentato un amore extraconiugale, la cui medesima sensazione di clandestinità connette involontariamente i due parenti.
Sono proprio i legami a trovarsi nel cuore della pellicola, primo fra tutti quello madre-figlio che rende Pérola protagonista indiscussa, nonostante il punto di vista rimanga sempre quello di Mauro. Interpretata da una magnetica Drica Moraes, la donna appare nella sua tridimensionalità: è brillante e divertente, ma anche testarda e spigolosa. In uno slancio protettivo, sente la necessità di controllare gli altri e, allo stesso tempo, di completare la sua parabola ascendente di rivalsa personale. Inquadrature fisse e primi piani ci trascinano nel suo mondo interiore, consentendo un intimo approccio al suo personaggio che conquista con facilità chi lo guarda. Pérola rappresenta nel bene e nel male il concetto di casa e, se si è lontani dalla propria, è facile identificarsi nel racconto che se ne fa. Nei suoi confronti sussiste un sentimento contrastante, su cui però ha sempre la meglio l’amore archetipico e ristoratore verso il proprio nido.
Il suo approccio alle cose – ben riassunto nel detto brasiliano “se la vita ti dà un limone, fanne una caipirinha” – si riflette a livello estetico nel richiamo finale alla Nascita di Venere di Botticelli, la quale emana un senso di rinnovamento e una voglia galvanizzante di partorire un nuovo modo di vivere. È immediato il contrasto con l’immagine di apertura del film che ha come protagonista Mauro e che ricorda piuttosto il Viandante sul mare di nebbia di Friedrich. L’inquadratura in questione racconta la fragilità dell’uomo dinnanzi allo scorrere del tempo e la sua condizione di isolamento, alla ricerca di una chiave di lettura della realtà. Il ragazzo può trovare una risposta guardandosi indietro e, con movimenti di macchina controllati, siamo noi ad accompagnarlo in questo tragitto.
SCHEDA TECNICA
Titolo Originale: Pérola
Regia: Murilo Benício
Sceneggiatura: Jô Abdu, Murilo Benício, Adriana Falcão, Marcelo Saback
Cast: Drica Moraes, Leonardo Fernandes, Rodolfo Vaz, Valentina Bandeira, Cláudia Missura, Lavínia Panunzio, Marianna Armellini, Jefferson Schroeder
Fotografia: Kika Cunha
Montaggio: Tainá Diniz
Musiche: Berna Ceppas
Paese: Brasile
Anno: 2022
Durata: 91 minuti
Film Proiettato al Bari Brasil Film Festival 2024
Trailer qui