Parthenope di Paolo Sorrentino: Il Fascino Perduto di ciò che Svanisce
Con Parthenope, Paolo Sorrentino racconta una Napoli lontana dagli stereotipi, una città che emerge come un ricordo incerto, intrisa di nostalgia e bellezza effimera. La Napoli di Sorrentino non è un luogo da possedere, ma un’entità che si lascia contemplare da lontano, come un miraggio destinato a dissolversi nel momento stesso in cui ci si avvicina troppo.
Paolo Sorrentino torna a raccontare l’intimità delle emozioni e delle illusioni con Parthenope, un’opera che scava nella fragilità del desiderio amoroso e nell’inquietudine del vivere.
Qui Napoli diventa uno sfondo silenzioso, quasi un’eco delle esperienze dei protagonisti, che attraversano la loro esistenza come figure sospese, legate da un legame ambiguo e impossibile da definire.
Parthenope, la protagonista, incarna una femminilità che non si lascia possedere, un’ombra sfuggente, un ideale di bellezza transitoria che Sorrentino sembra voler preservare nella sua incompiutezza.
Attraverso di lei esploriamo il tema dell’abbandono, dell’effimero che, una volta raggiunto, si disintegra come sabbia tra le dita, lasciando l’illusione di ciò che poteva essere, rincorrendo come ossessi un desiderio che si rivela inafferrabile.
I personaggi che ruotano intorno a questa donna (che non è una vera donna ma un’entità) vivono in una dimensione sospesa, consapevoli di abitare un mondo fatto di illusioni e schegge taglienti, dove il senso della perdita è più intenso di qualsiasi altro sentimento.
Con una narrazione che richiama i toni amari di Philip Roth, Parthenope diventa una riflessione sull’incapacità di possedere veramente ciò che si ama.
“Sono andati a vedere Napoli che si spoglia”
Dal 1973 (con il colera) fino a metà degli anni 2000 Napoli ha vissuto momenti complessi, sospesa tra sogni di emancipazione e realtà di degrado. Attraverso un’estetica visiva di grande impatto, il regista sceglie colori, luci e ombre per rendere tangibile questa ambiguità, dove ogni vicolo sembra rivelare una storia dimenticata e ogni panorama nasconde un conflitto irrisolto.
In Parthenope, il corpo femminile diventa specchio di questa Napoli: una bellezza messa in mostra, desiderata e consumata, ma inevitabilmente destinata a essere accantonata. Sorrentino non si limita a mostrarci l’attrazione immediata e superficiale, ma lascia emergere un senso di malinconia e di transitorietà, come se quella bellezza fosse un oggetto da conquistare e poi abbandonare.
“A cosa stai pensando?”
Napoli diventa una città sospesa, dove il tempo sembra piegarsi, lasciando che i personaggi vaghino tra frammenti di passato e sprazzi di presente. Ogni luogo evocato è carico di storia e di un desiderio irrealizzabile: quello di fermare il tempo, di trattenere quell’amore, di rivivere un ricordo.
La città diventa uno specchio delle fragilità dei protagonisti, come se la loro stessa esistenza fosse inevitabilmente legata al destino di un luogo che non può mai essere davvero posseduto.
“Non puoi essere triste nella città più bella del mondo?”
Parthenope è una presenza viva e mutevole, che sembra chiedere di essere amata ma senza mai veramente essere compresa.
È un film sulla perdita: di ciò che è bello, di ciò che è sfuggente, di ciò che rimane e alla fine è uno splendido mistero che non ci appartiene.
SCHEDA TECNICA
Regia: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino
Fotografia: Daria D’Antonio
Attori: Gary Oldman, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Peppe Lanzetta, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli, Alfonso Santagata, Francesca Romana Bergamo, Dario Aita, Paola Calliari, Biagio Izzo, Nello Mascia
Paese: Italia
Genere: Drammatico
Anno: 2024
Durata: 136 min
Distribuzione: PiperFilm
Trailer qui