Afrin – Nel Mondo Sommerso di Angelos Rallis: Quel Fango che Diventa Oro
Cosa vediamo quando immaginiamo un mondo sommerso?
Pensiamo agli abissi e alle sirene, ad Atlantide, alle creature misteriose che popolano gli oceani, al blu infinito che diventa nero. Non vediamo il marrone del fango e delle inondazioni, il grigio dei cieli monsonici, non c’è nessuno intento a spostare tronchi, bagnato fradicio dalla testa ai piedi, a mettere in salvo una capra, o quello che resta di un letto, di una casa.
Afrin, la tredicenne protagonista del film/documentario di Angelos Rallis si barcamena per tre anni tra eventi climatici estremi e i tramonti mozzafiato sul delta del Brahmaputra.
La sua testa riccioluta fa capolino dall’acqua fangosa così spesso che lei stessa, incurante dei lampi e dei pericoli legati al dissesto, appare indissolubilmente legata a quella zolla di terra martoriata il cui il fango non è oro e da cui tutti, compreso suo padre, sono scappati senza alcun rimpianto.
E un giorno ci prova anche lei: si arrampica su un treno fino a Dhaka, dove si unisce ad un gruppo di Tokai, i bambini cacciatori di rifiuti.
La giornata di un Tokai inizia all’alba e finisce a notte fonda, si svolge percorrendo strade buie, vagando per discariche, raccogliendo e smistando rifiuti, bruciandoli e smaltendoli in ogni modo possibile. Per cinque taka al giorno.
Dall’isola sommersa da cui guarda il cielo tutti i giorni, Afrin sogna continuamente di volare via, con le sue ali immaginarie, avvolta nei suoi coloratissimi saari.
L’opera di Angelos Rallis non è qualcosa a cui lo spettatore è abituato: i rumori, il fango e la grigia luce monsonica irrompono prepotentemente in sala e in un soffio ci fanno sentire sommersi, impauriti, totalmente in balia delle nefaste conseguenze di un vento tropicale, di un’inondazione che lascia dietro sé morte e distruzione.
“Afrin – Nel mondo sommerso” ci obbliga a una riflessione sul cambiamento climatico e sugli imminenti effetti devastanti che ci attendono di qui a breve e soprattutto ci rammenta, brutalmente, la cosa più importante di tutte: non siamo che ospiti su questo pianeta e la natura si fa beffa di tutti i nostri sforzi per piegarla o domarla.
Non saranno solo le politiche scellerate delle aziende e dei governi a determinare il nostro destino su questa Terra e a decretarne la nostra fine come abitanti.
Saranno anche il nostro diffuso disinteresse, la nostra ostinazione di consumatori compulsivi e di fruitori di un sistema che si basa sullo sfruttamento delle risorse e delle persone.
Ogni anno, in precise zone del Sud Est asiatico arrivano i rifiuti provenienti da tutto il globo per lo smistamento e lo smaltimento.
Mentre l’Occidente firma protocolli per ridurre le emissioni di C02, un altro lato di mondo fa il lavoro sporco per noi.
Gran parte di questi rifiuti inquinanti è costituto da beni perfettamente integri ed utilizzabili, ma scartati alla sorgente, quindi finiti in discarica, considerati inutili, spazzatura.
Una maglietta, un giocattolo, un cellulare, un televisore.
Cosa succede quando non servono più? Dove finiscono i nostri desideri e comincia la responsabilità per l’ambiente e per ciò che abbiamo intorno?
Non c’è più tempo.
Se vogliamo sopravvivere, non ci resta che alzare la testa e riaffiorare pian piano dall’egoismo del mondo sommerso in cui abbiamo scelto di ignorare ogni cosa all’infuori di noi.
Ne abbiamo il coraggio?
(Da qui in poi troverete degli spoiler)
Il regista fa sapere che dopo aver seguito Afrin per tre anni, è riuscita a raggiungere una comunità di accoglienza che organizza teatro di strada, spero che stia realizzando il suo sogno di attrice, e in parallelo – lo scoprirete vedendo il film – anche ciò che le sembrava impossibile: trasformare il fango in oro.
SCHEDA TECNICA
TITOLO: Mighty Afrin: In the Time of Floods
Regia: Angelos Rallis
Produzione: Grecia, Francia
Genere: Doumentario
Sceneggiatura: Angelos Rallis
Fotografia: Angelos Rallis
Montaggio: Nadia Ben Rachid, Angelos Rallis
Musiche: Alexis Rault
Produzione: Angelos Rallis Production, Manny Films
Anno: 2023
Durata: 92 minuti