First reformed. La creazione a rischio di Paul Schrader: Le fragilità umane racchiuse nel diario di un reverendo
In First reformed. La creazione a rischio, Paul Schrader affida al diario di un reverendo di una piccola comunità americana la trattazione di temi complessi e delicati, come l’inquinamento ambientale, i cambiamenti climatici e il nesso tra la consapevolezza di oggi e le difficoltà di immaginare un futuro per le prossime generazioni.
Il titolo italiano di First Reformed, infatti, richiama uno scenario in cui la creazione è messa in discussione dal comportamento spregiudicato dell’uomo, indifferente alle conseguenze delle proprie azioni e alla pesante eredità che lascia dietro di sé.
Protagonista del film è un reverendo, interpretato da un convincente Ethan Hawke, che deve convivere quotidianamente con i rimorsi per la morte del figlio, arruolatosi nell’esercito americano su insistenza del padre e caduto in guerra pochi mesi dopo la partenza.
Il diario è lo strumento che il reverendo Toller sceglie per affrontare i propri fantasmi, trovando una forma alternativa di comunicazione per i suoi pensieri più reconditi. La vita del protagonista è profondamente segnata dall’incontro con una giovane fedele, Mary, rivoltasi al reverendo per chiedere un aiuto per il marito Michael, attivista ambientalista, vittima di una forte crisi esistenziale che gli impedisce di guardare al futuro e di accettare con serenità la gravidanza della moglie. Toller incontra Michael, il quale mette a nudo la propria interiorità, ponendo interrogativi a cui lo stesso Toller non ha reali risposte.
Il confronto con Michael rappresenta uno spartiacque nella vita dell’uomo di chiesa: coinvolto dai dilemmi del giovane, egli ha l’occasione di scegliere di non restare inerme davanti agli errori degli uomini e di trovare una nuova e totalizzante strada per rinnovare la propria fede.
In First Reformed, Schrader affronta in modo intenso e drammatico argomenti che meritano un approccio serio, facendo leva sulla personalità del protagonista maschile, dipendente dall’alcool, dolente nel corpo e nello spirito, chiamato a fare i conti con domande che affliggono l’uomo sensibile perché, come insegna Nietzsche, “quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro“. Lo spettatore non può restare indifferente al dialogo tra Toller e Michael e alla domanda, rimasta priva di risposta, “Dio ci perdonerà per quello che stiamo facendo alla terra?”. Le parole dei due interlocutori si attorcigliano su di loro e si sfiancano a vicenda, dando forma alla scena biblica di Giobbe avvinghiato all’angelo, citata dallo stesso Toller per rappresentare la battaglia delle parole, destinata a non avere un vincitore.
Il reverendo, quindi, si trova a vagare, solo e disincantato, come un angelo di Wenders, tra scenari desolati, con lo sfondo di campagne inquinate, di acque torbide e di luci che riflettono la drammaticità dei luoghi; la sofferenza di Toller è tangibile, le nuove consapevolezze lo portano a osservare ciò che lo circonda con occhi diversi, egli accetta il rischio di assistere al proprio naufragio.
La redenzione potrebbe passare dalla mobilitazione attiva, come canta Neil Young in Who’s gonna stand up, adeguatamente scelta come colonna sonora di una scena toccante del film, ma il finale, tutto da metabolizzare, ci ricorda che l’uomo ha davanti a sé più strade per affrontare il magma dei dubbi e che può preferire di lasciarsi sopraffare dal senso di colpa o semplicemente di imparare a conviverci.
Il film di Schrader colpisce per l’importanza dei temi trattati, per la forza delle immagini disincantate e per la trattazione dei personaggi, colti in bilico su un filo che tocca passato, presente e futuro, con un chiaro invito rivolto allo spettatore a riflettere sulle proprie scelte e sulle responsabilità che derivano dai gesti compiuti. La caratterizzazione del reverendo, colto nelle più comuni debolezze, richiama quasi doverosamente alla mente L’ultima tentazione di Cristo, sceneggiato da Schrader per la regia di Scorsese, e oggetto di polemiche e censure per la rappresentazione fortemente umana di Gesù Cristo, interpretato straordinariamente da Willem Dafoe. L’accostamento della figura del reverendo a quella del Cristo, entrambi descritti nelle loro crisi spirituali, ci induce a riflettere sullo spiraglio di divino che ogni uomo racchiude nel proprio abisso interiore.
SCHEDA TECNICA
Titolo originale: First Reformed
Regia: Paul Schrader
Sceneggiatura: Paul Schrader
Interpreti principali: Ethan Hawke, Amanda Seyfrend
Musiche: Brian Williams
Paese di produzione: U.S.A.
Anno di produzione: 2017