Swiss Army Man di Dan Kwan e Daniel Scheinert: Abbandonato sulle sponde della solitudine
Se la solitudine e il dolore diventano una piaga talmente profonda da alterare la ragione, anche l’inaspettato ritrovamento del corpo di uno sconosciuto morto in circostanze ignote può trasformarsi in un ultimo appiglio per rimanere ancorati alla vita. Questo è ciò che accade a Hank, il singolare protagonista della pellicola Swiss Army Man scritta e diretta da Dan Kwan e Daniel Scheinert sotto lo pseudonimo di Daniels.
Hank è disperato. Si trova su una spiaggia in condizioni pietose e sta per togliersi la vita. Ad un tratto la sua attenzione è richiamata da un uomo portato a riva dalle onde che giace immobile sul bagnasciuga. L’aspirante suicida si precipita dallo sconosciuto, ma scopre che ormai per l’uomo non c’è più niente da fare. Hank però non si dà per vinto e il suo istinto di sopravvivenza lo porta ad instaurare con il cadavere un’insolita amicizia che mescola realtà, allucinazioni e fantasia. Quel corpo prende misteriosamente vita e riesce, in modo piuttosto bizzarro, ad aiutare Hank a cercare la via di casa e la donna di cui è segretamente innamorato.
Swiss Army Man racconta una storia stravagante dominata da un perverso senso dell’umorismo e del ridicolo. Ma quello che sembra un racconto folle e delirante nasconde in realtà tutta la tristezza di uomo solo e incompreso trincerato dietro le sue paure e ossessioni. Hank non è un naufrago da riportare sulla terraferma, ma un giovane uomo che necessita di essere salvato da se stesso e dalla sua incapacità di interfacciarsi con il mondo esterno. Attraverso la salma, soprannominata Manny, l’uomo fa un viaggio introspettivo ripercorrendo tutti gli ostacoli che gli hanno da sempre impedito di vivere una vita serena.
Manny diventa quasi una marionetta nelle mani di Hank (non a caso il titolo si riferisce ai coltellini svizzeri multiuso) che ne fa un improbabile compagno di avventura.
Se in Cast Away abbiamo visto Tom Hanks scegliere un pallone per sconfiggere la solitudine, il protagonista di Swiss Army Man supera i limiti del socialmente accettabile interagendo con un partner molto più macabro.
Ma il senso di inquietudine generato dal legame affettivo nato fra un uomo e un cadavere viene abbondantemente mitigato da una serie di situazioni paradossali in cui i due bizzarri protagonisti sono coinvolti.
Ciò che ne viene fuori è una storia che, dopo aver provocato un iniziale turbamento, è capace di far provare compassione verso quel naufrago abbandonato sulle sponde della sua solitudine. Paul Dano e Daniel Radcliffe reggono da soli in modo abbastanza impeccabile quasi l’intera durata del film vestendo i panni di due soggetti totalmente fuori dal comune. Ammirevole in particolare la prova di Radcliffe che deve gestire l’interpretazione di un corpo morto mosso come un burattino.
Swiss Army Man è un film abbastanza scorrevole consigliato a chi non ha paura di scavare affondo e guardare oltre la superficie e le apparenze.
Valentina Palermo
SCHEDA TECNICA
Titolo originale: Swiss Army Man
Regia: Dan Kwan e Daniel Scheinert
Sceneggiatura: Dan Kwan e Daniel Scheinert
Interpreti principali: Paul Dano e Daniel Radcliffe
Musiche: Andy Hull, Robert McDowell
Produzione: Stati Uniti
Anno: 2016