Strings, di Anders Rønnow Klarlund: L’eterna, incrollabile lotta alla conquista del potere
L’eterna, incrollabile, shakespeariana lotta alla conquista del potere, che si realizza nella scalata al comando da parte dell’uomo, si arricchisce e si rinnova mediante questo originalissimo film d’animazione dal titolo Strings. Strings dall’inglese “fili”, titolo emblematico che sta ad indicare appunto i fili che, giunti dal cielo e mossi dagli dei, animano i personaggi di questa storia epica e poetica. I protagonisti del film sono infatti delle marionette.
La storia racconta di un mondo lontano, precisamente il regno di Hebanon, in cui il protagonista Hal, figlio del Re, è costretto a vendicare la morte del padre creduto assassinato dagli eterni nemici Zerith. L’erede al trono dunque si lancerà alla ricerca del popolo ostile e, durante il viaggio, verranno alla luce realtà di cui il principe era completamente all’oscuro, come alcuni sanguinosi avvenimenti legati al passato del regno, la vera natura degli Zerith, la scoperta dell’amore e del significato stesso della vita. La trama del film, come testimoniato dallo stesso regista Anders Rønnow Klarlund, è immaginaria ma ispirata alla vita e alla morte di Saddam Hussein (non manca infatti una scena in cui si vede l’abbattimento della statua del Re di Hebanon, fatta cadere dal popolo). Questo riferimento ad un reale avvenimento storico è stato poi modificato nella sceneggiatura, in modo da rendere Strings una fiaba epica.
Le vicende sono sviluppate in maniera classica e sono quindi un pretesto per raccontare tutt’altro. L’opera si apre, nei titoli di testa, con degli esseri umani che muovono dietro le quinte i fili delle marionette, rivelando l’enorme lavoro che c’è dietro al film. Il maestro Bernd Ogodnik e altri tra i migliori marionettisti del mondo hanno prestato le loro abilità al superbo risultato finale. Ci son voluti 4 anni di lavoro e 5 milioni di euro di budget per la realizzazione di questa enorme produzione firmata Danimarca, Svezia, Norvegia e Regno Unito. Le riprese sono durate addirittura 23 settimane, perché le animazioni sono state realizzate interamente a mano senza alcun aiuto della computer animation. Sono 115 le marionette costruite e 10 i chilometri di fili utilizzati. Il prodotto definitivo è imponente: le marionette hanno scolpito sul loro piccolo volto di legno delle espressioni simili a quelle umane, ma riescono ad essere ancor più profonde e sincere. La fotografia meravigliosa e le splendide scenografie fatte di grandi spazi e angusti castelli, le musiche delicate e intimiste e la sensibilità dei temi trattati delineano questo capolavoro senza precedenti.
Le marionette protagoniste di questa avventura sono consapevoli di essere fatte di legno e sono consapevoli della linfa vitale insita nei fili che le sostengono. Questa conoscenza le porta in contatto coi propri creatori, che diventano quindi divinità reali e tangibili a cui poter rivendicare il dono della vita e, allo stesso tempo, quello della morte. Tale privilegio, è però controbilanciato dal loro essere “umane, troppo umane”, scolpite con le nostre stesse debolezze e i nostri stessi desideri: invidiano chi nasce con il corpo costituito interamente d’oro (la famiglia reale) ed esigono di possedere il corpo del sesso opposto. Eppure hanno un ulteriore coscienza metafisica, al di sopra dell’odio e degli istinti violenti, sono legate tra di loro da questi fili. Attraverso l’amore e tramite i fili sono interconnesse a tutto ciò che le circonda. L’unica incognita rimane la morte, ma recidere i fili non è, forse, conquistare la vera libertà?