Dancing With Maria – La danza che annulla le diversità – Intervista a Monica Degirolamo
In occasione della Giornata Mondiale della Danza abbiamo proiettato, in anteprima per la Puglia, Dancing with Maria, il documentario di Ivan Gergolet sulla straordinaria figura di Maria Fux, danzatrice e danzaterapeuta argentina. Il film ha suscitato in noi non solo grande emozione, ma anche il desiderio di saperne di più sulla danzaterapia e su questo personaggio che, con il suo carisma, sembra nato per diventare protagonista di un film! Proprio per questo, abbiamo posto qualche domanda a Monica Degirolamo, danzatrice e danzaterapeuta pugliese, che ci ha permesso di meglio comprendere la magia che si sprigiona dall’incontro della danza con il cinema.
1) Da spettatrice e danzatrice cosa ha suscitato in te la visione del film Dancing with Maria?
Ho desiderato avere il film qui in Puglia fin da subito, quando ne ho appreso l’uscita. Avevo il desiderio non solo di poterlo visionare io stessa, ma soprattutto dare, anche a chi non conosce la danzaterapia, la possibilità di avere un contatto – seppur solo visivo – con Maria. La visione del film ha suscitato in me diverse sensazioni. Da un lato la gioia di vedere e ascoltare Maria Fux in un documentario che racconta con delicatezza la sua vita e le sue danze. Da danzaterapista – formatasi alla scuola di formazione triennale “Risvegli – Maria Fux” di Milano – conoscevo già ampiamente la sua esistenza e avevo visionato già i filmati in bianco e nero; ma non avevo mai ascoltato la sua storia con la sua voce. Questo vale per me come un piccolo dono, un po’ di nutrimento che aiuta a crescere come persona e come danzaterapista. Dall’altro lato un po’ di fastidio perché mi sarebbe piaciuto poter osservare e ascoltare ancora e ancora: Maria e la danza provocano dipendenza!
2) Quali sono i momenti del film che maggiormente ti hanno colpita e ti sono piaciuti?
I particolari dello studio di Maria. Li ho sempre sentiti raccontare dai docenti della scuola o dalle mie colleghe che son state lì nel suo studio, ma non li avevo mai potuti osservare. Immaginavo. Il film mi ha permesso di osservarli: il corridoio, le colonne nella sala, la sua stanza, i quadri e le fotografie, i mobili, l’ingresso, l’insegna esterna. Fa tutto parte di Maria. E poi, ovviamente, le danze: tutti quei corpi danzanti, quel flusso di movimenti, le parole di Maria – parole madri – e la danza del suo volto (lo stupore, la meraviglia, la sorpresa).
3) Qual è l’importanza della figura di Maria Fux all’interno del panorama della danza?
Oggigiorno la tendenza maggiore è la ricerca della perfezione, come nel fisico così anche nella danza. Forse è per questo che la danzaterapia non è molto conosciuta e praticata: è controtendenza! La danzaterapia fuxiana, separa la tecnica, utile per educare il corpo a diventare uno strumento comunicativo, dall’improvvisazione, fondamentale per portare la propria spontaneità e creatività nella danza. Questo aspetto entra inevitabilmente in contrapposizione con la danza classica prima di tutto, e poi con tutte le altre forme di danza contemporanea. Probabilmente Maria Fux non è “famosa” nel panorama della danza in generale, ma sta di fatto che il suo lavoro si è diffuso, in punta di piedi, in Argentina, Colombia, Brasile, Stati Uniti, Cina ed Europa. Maria Fux è quella personalità che ha portato, e sta portando, ad un nuovo sviluppo della danza: dalla danza classica si è passati alla danza moderna, poi alla danza contemporanea ed ora alla danzaterapia.
4) Potresti spiegarci meglio in cosa consiste la danzaterapia e il metodo Fux?
Spiegare cos’è la danzaterapia o in cosa consiste non è una cosa semplice, oserei dire impossibile. La danzaterapia va danzata, sentita e vissuta, non raccontata. Chiunque pratichi questa danza si dice impossibilitato a spiegare a parole quello che vive e sente danzando. Una cosa è certa: si entra in un determinato modo e si esce diversi. Utilizzando le parole di Maria: “Attraverso il movimento si producono cambiamenti che non sono solo fisici ma che coinvolgono attivamente il nostro corpo interiore […]. Attraverso gli stimoli si muovono e cambiano i <> del corpo, trasformandosi in <<sì>>, in <<ciò che sto facendo mi appartiene>>”. Se proprio devo cercare di dare una spiegazione, direi che la danzaterapia non è una tecnica, ma una metodologia, ovvero un approccio creativo che ha come obiettivi primari la danza, l’integrazione individuale e interpersonale e il cambiamento (che parte dal corpo e arriva alla psiche). Una danza che non ricerca la bellezza estetica nel senso comune del termine, una danza che annulla le diversità e crea inclusione.
Proietteremo nuovamente il film Dancing with Maria in occasione del FESTIVAL DEL CINE ESPAÑOL, giorno 21 maggio, ore 19.00 Per chi voglia saperne di più, è possibile consultare il programma completo del festival a questo link o scrivendoci una mail a lascatolablu@gmail.com