Discount, di Louis-Julien Petit
Vive la révolution… alimentaire! La battaglia contro lo spreco di un Discount come tanti (o forse no)
Vi ricordate quando da bambini nostra madre ci bacchettava per non farci lasciare nemmeno un maccherone nel piatto? Il motto era “Nulla si spreca, nulla si butta, tutto si mangia”, in perfetto stile Lavoisier. Poi siamo cresciuti e ci siamo ritrovati a vivere in una società che consuma e spreca alla velocità della luce, fregandosene alla grande di quel retaggio lavoisieriano. E a un certo punto è sbucato qualcuno dal nulla che ci ha terrorizzato con parole come “crisi” ed espressioni tipo “risorse alimentari in diminuzione”. Allora sì che ci è presa la strizza e abbiamo provato a ripescarlo dalla spazzatura, quel principio.
Questo il quadro generale del film Discount, in anteprima italiana per l’edizione 2015 del Bifest: un gruppo di impiegati di un grande supermercato francese (Discount, per l’appunto) decide di salvare dal macero i prodotti, alimentari e non, che a fine giornata dovrebbero essere, per legge, ritirati dal commercio ed eliminati. A muoverli non è la preoccupazione per il pianeta o per la sorte dell’umanità. Tra gli scaffali del supermercato aleggia un terribile odore di licenziamento e allora per sbarcare il lunario decidono di mettere in piedi un discount con quei prodotti, ribassati di un terzo del prezzo iniziale.
La battaglia ha inizio: i protagonisti si nascondono nelle loro trincee, gli scaffali del Discount, per poi esplodere con un vigoroso “solidarité!” ed ergersi trionfanti (o forse no) sulle moderne logiche consumistiche. Sono personaggi che danno prova della loro personalissima interpretazione di quell’“arte dell’arrangiarsi” già vista nei film di Ken Loach come La parte degli angeli. L’opera prima di Louis-Julien Petit ha una regia pulita e una recitazione senza sbavature, tenute insieme dal potente collante dell’ironia che imprime il suo marchio di fabbrica sul film già dalla primissima scena, quella dell’apertura-assalto al supermercato di prima mattina.
Ecco perché il discount di Petit è così unico e originale: solleva il supermercato come luogo di vita quotidiana a una dimensione più alta, in cui si combatte e si cerca di raggiungere un fine nobile non per degli ideali astratti ma per cercare di “tirare avanti”. Finendo poi per ottenere molto più di quel semplice “tirare avanti”.
Un’opera che ci ricorda che non sempre è necessario puntare tutto su una fotografia o su un montaggio mozzafiato, ma che a volte basta raccontare col sorriso una storia forte e vera per lasciarci qualcosa di cui parlare e a cui ripensare: parlare di luci e inquadrature farà pure la sua porca figura, ma se dietro le sagome di cartone colorato non resta nulla, la costruzione crolla. Non vi pare?
Ilaria Lopez