170 Hz di Joost Van Ginkel: Un limite tra la terra e il cielo
170 Hz, un film scritto e diretto da Joost Van Ginkel, con Gaite Jansen e Michael Muller. Un dramma sentimentale nel mondo della parziale o totale incapacità di sentire.
Cartellone pubblicitario: un’immagine con sfondo nero, una macchia verticale di un rosso rubino al centro, un incrocio di ombre e schizzi. Si riconosce, dopo aver osservato bene, l’intreccio di due corpi fatti di vagonate di colore, quasi come fosse una statua, una scultura creata nella pittura; 170 Hz dice di chiamarsi.
Si presenta così la pellicola olandese, senza spiegazioni, come un colpo, con la consapevolezza di essere estranei ad un mondo che non si può saper essere inaccessibile ma che presenta se stesso tramite le fotografie di uno spaccato di vita. Occhi arrabbiati e tristi che raccontano vecchie frustrazioni e che a vicenda si completano; perché non ci si può ascoltare davvero se non tramite segni e sorrisi, segni su segni e una paura spasmodica di perdersi.
La trama fa da sfondo a questo giovane amore, che di sicuro nasconde un qualcosa che dà un fastidio percettibile sin da subito ma che non si capirà se non nella chiusura, lacerante, di due cuori che sognavano solo di potersi continuare ad ascoltare senza limitazioni, perché non c’è niente di più vero che questo.
Nick e Evy non sono scelti a caso, nei loro corpi vince il colore inequivocabile del calore sentimentale mentre il buio degli ostacoli persiste fino ad annegarli.
Il complesso mondo della non comprensione, della difficoltà di comunicazione, della dialettica è completamente girato al rovescio in questo film, fino al punto in cui vuol dire, senza mezzi termini, che non saranno mai le parole a costruire i rapporti, bensì la sincerità profonda delle anime. Di fondo c’è il rumore di una moto su un terreno non compatto, il mare e la sabbia bagnata, urla sfocate ma quasi fastidiose, sospiri e silenzi.
Troppe parole sarebbero sprecate e di certo superflue quando ci si ritrova a dover fare i conti con una non comprensione che di base si avverte, sin dalle prime battute, dai primi rumori, dal contesto asettico nel quale ci si ritrova catapultati e con naturale caparbietà di intenti questo prodotto cinematografico manifesta tutta la sua intensità comunicativa attraverso un’armonica evoluzione delle interpretazioni.
La fotografia, curata da Rogier den Boer, spicca per la sua armonia con i tempi verbali, tra l’immensità dei paesaggi olandesi ed il buio della notte silenziosa, con primi piani che danno legittimazione e concretezza, senza trucchi.
Senza dubbio si tratta di un successo per la regia di Joost Van Ginkel e che il suo lavoro venga considerato un disagio o di un livello superiore di approfondimento è compito dello spettatore deciderlo.
Clara Gentile
SCHEDA TECNICA
Titolo originale: 170 hz
Regia e Sceneggiatura: Joost Van Ginkel
Interpreti: Gaite Jansen, Michael Muller, Porgy Franssen
Produzione: Gijs Van De Westelaken
Distribuzione: Cinèart
Origini: Paesi Bassi, 2011.