Dark Horse, di Dagur Kári: L’amore ai tempi dell’incoscienza
Crescere, prendersi le proprie responsabilità, diventare grandi. Prima o poi arriva per tutti il momento di mettere la testa a posto. Questo però non sembra accadere a Daniel, protagonista del film Dark Horse (Voksne mennesker) di Dagur Kári.
Daniel è un writer di Copenaghen sulla trentina. Non ha un vero e proprio lavoro, ma si guadagna da vivere scrivendo dediche d’amore su commissione sui muri della città. È sommerso dai debiti, perennemente al verde e viene persino cacciato dal suo appartamento perché non può pagarne l’affitto. Nonostante ciò, l’idea di trovare un lavoro stabile e mettersi in riga non lo sfiora minimamente. Il giovane va avanti fra un colpo di fortuna e l’altro, con le cuffie sempre al collo per potersi isolare dal mondo circostante.
Il suo migliore amico non è da meno. Roger, detto il nonno, è un ragazzone che lavora in una sottospecie di clinica per il sonno ma che sogna di fare l’arbitro di calcio. La sua ingenuità e la sua inesperienza sono disarmanti e quasi anacronistiche e si scontrano con la malizia del suo collega Tejs che ha un’idea piuttosto deviata dell’amore e del sesso. A loro si aggiunge Franc, commessa in una panetteria conosciuta da Daniele e Roger mentre è sotto l’effetto di allucinogeni durante l’orario di lavoro. La ragazza è un po’ svampita e fuori dagli schemi ma in breve tempo conquista Daniel che per la prima volta scopre cosa sia quella strana malattia chiamata amore. La relazione fila liscia (nonostante qualche guaio con la legge dello sprovveduto writer) proprio perché entrambi sono accomunati da un animo semplice e genuino. Un giorno però i due si ritrovano di fronte alla necessità di iniziare a prendersi le proprie responsabilità e crescere perché qualcosa di più grande di loro sta per accadere nelle loro vite.
Dark Horse è film molto piacevole che offre uno spaccato di quella generazione che stenta ad andare avanti con le proprie gambe. Se i trentenni descritti nella pellicola non brillano per maturità, i loro genitori non sono di certo migliori. Fra la madre di Franc sempre a caccia di nuove giovani conquiste per sentirsi più attraente e meno vecchia, e il padre di Daniel che egoisticamente si rifiuta di aiutare il figlio per non avere grane, capiamo il perché i protagonisti della pellicola non riescano ad abbracciare pienamente l’età adulta. Il quadro è completato dalla presenza di un altro personaggio, quello di Dommeren, che tocca la storia principale solo in maniera trasversale ma che vuole introdurre un senso di stanchezza nei confronti della pesante routine quotidiana che si contrappone al modo di vivere sregolato dei giovani protagonisti del film e che può indurre anche a compire gesti inconsulti.
Elemento fondamentale del film di Dagur Kári è una buona dose di ironia, espressa tramite alcune situazioni surreali che smorzano i momenti più lenti del film. Presentato nella sezione Un Certain Regard al Festival del Cinema di Cannes, Dark Horse merita davvero di essere recuperato.
Valentina Palermo
SCHEDA TECNICA
Titolo originale: Voksne mennesker
Regia: Dagur Kári
Sceneggiatura: Dagur Kári, Rune Schjøtt
Interpreti principali: Jacob Cedergren, Nicolas Bro, Tilly Scott Pedersen, Morten Suurballe
Musiche: Slowblow
Anno: 2005